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Amare sé stessi

Pulizie di fine anno

2021nontitemo n°6

In ambito zen, i monaci tradizionalmente parlavano di susu-harai ovvero le grandi pulizie di fine anno.
Non si tratta semplicemente di pulire dove abitiamo e di fare ordine, ma il concetto stesso di pulire è in stretta relazione con lo spazzare via le nubi che oscurano la nostra anima. Per questo ci dedichiamo ai cumuli ben visibili della nostra casa.
Nell’audio come sempre trovate alcune indicazioni in più!
Fatemi sapere come va… foto del prima e del dopo! E soprattutto come vi sentite prima e dopo 😘

Leggi la trascrizione della puntata

Buongiorno e buon sesto giorno del nostro 2021 Non Ti Temo: il nostro mese assieme per alleggerirci, riprendere contatto con noi, riordinare le idee e aprirci al nuovo anno che verrà.
C’è una pratica che viene fatta spesso dai monaci, era proprio una pratica tradizionale, che si faceva a fine anno, ovvero le grandi pulizie di fine anno. Ci sono anche dei nomi specifici, mi viene in mente che un tempo venivano chiamate, soprattutto in ambito zen, susu-harai: erano proprio le grandi pulizie delle statue buddhiste ricoperte di fuliggine perché magari veniva bruciata la legna o si usavano le candele o le lampade al cherosene che andavano a sporcare gli oggetti. Ovviamente, era anche un momento di pratica, come lo sono in generale tutte le pulizie all’interno di un monastero buddhista, non solo quelle di fine anno. È una cosa molto bella perché non si tratta semplicemente di pulire dove abitiamo e di fare ordine, ma il concetto stesso di pulire è in stretta relazione con lo spazzare via le nubi che oscurano la nostra anima.

C’è questa correlazione tra fare pulizia e riordinare e prendersi cura di nubi, fuliggine e confusione interna. Quante volte ci sentiamo bloccati emotivamente e la situazione è difficile, non sappiamo da che parte cominciare, e andiamo a riordinare? Di solito si dice che quando c’è caso dentro cerchiamo almeno l’ordine fuori. È una cosa che può essere fatta come S.O.S. e procedura di sblocco oppure diventare una pratica quotidiana, quella magari di risistemare il posto in cui abbiamo lavorato, la zona in cui abbiamo mangiato. Ci sono tanti modi di riportare la consapevolezza e l’attenzione in noi attraverso il prenderci cura del posto in cui abitiamo. Questo ovviamente vale anche nel senso opposto: quando trascuriamo il posto in cui abitiamo, quando lasciamo che si accumulino cose, oggetti, pensieri… molte volte lasciamo accumulare documenti, carte da sistemare, non vogliamo occuparci di quell’aspetto, rimane lì tutto bello imballato ma nessuno lo vuole toccare. Ecco, prima di sondare le pieghe nascoste della nostra anima, oggi ci dedichiamo ai cumuli ben visibili della nostra casa. Stiamo parlando di dieci minuti, quindi scegliamo un progetto adatto a questo tempo: può essere un angolo, un paio di cassetti, qualcosa che magari ci è venuto subito in mente appena ho parlato di riordino. Scegliamo qualcosa di piccolo, che possa darci un senso di inizio e fine in massimo un quarto d’ora. Se avete voglia di fare questo gioco, possiamo fare la foto del prima e la foto del dopo o raccontiamoci e condividiamo come ci siamo sentiti nello scegliere il posto, se è stato facile o difficile, e com’è andata dopo. Usate il timer, guardate l’ora, perché una cosa sorprendente è che più rimandiamo le cose e più nella nostra testa diventano enormi e gigantesche e siamo convinti che ci prendano chissà quanto tempo e ci sembra impossibile, diventa il lavoro di un mese. Invece, mettendo il timer, facendo quella cosa e solo quella (non insieme guardare la televisione o il cellulare), ci si accorge che in 13 minuti è finito tutto quanto. È spaventosamente rivoluzionario e anche stimolante.

Oggi sono molto curiosa di sapere cosa decidere di riordinare, quali sono le nubi della vostra anima che si dissiperanno grazie a questa pratica. Attendo le vostre condivisioni. A domani.

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