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Il giardino segreto

Il giardino segreto

Meditazione guidata n°45

Quello che vi chiedo di fare è di immaginarvi in uno spazio aperto. Può essere una piazza, un prato, un bosco. Ci siete solo voi, è uno spazio che conoscete, e avete in mano una chiave. Potete immaginare di guardarla questa chiave… com’è fatta, di che colore è, è grande, piccola, c’è un portachiavi attaccato? Sembra una chiave nuova o una chiave molto antica? Prendetevi il tempo per osservarla. Potete passare una mano su questa chiave, sentire se è ruvida, liscia, fredda o calda. È una chiave importante che avete solo voi. 

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Aggiustiamo la nostra posizione, quindi sentiamo se siamo comodi. Possiamo muoverci, aggiustare la posizione della schiena, dei piedi, delle mani. Se siamo seduti cerchiamo di avere tutta la pianta di entrambi i piedi poggiata a terra, le mani possono essere sulle gambe. Semplicemente respiriamo per qualche istante. 

Sentiamo com’è il corpo questa sera, com’è il corpo in questo momento. Forse c’è qualche pensiero, qualche emozione. 
Prendiamo il pensiero o la preoccupazione più grande che abbiamo in questo momento, la mettiamo figurativamente davanti agli occhi e poi, con la mano (sempre figurata), la prendiamo a la spostiamo di lato. Solo per ora esce dal nostro campo dell’attenzione.
Cerchiamo poi la seconda cosa che ci preoccupa o che ci rende pensierosi/e e la immaginiamo di nuovo davanti a noi. Poi la prendiamo e la spostiamo di nuovo di lato, fuori dal nostro campo visivo per ora, solo per la durata di questa pratica.
Continuiamo a respirare. Facciamo tornare davanti a noi la terza cosa o pensiero o affanno o preoccupazione più grande di questo momento. La immaginiamo davanti a noi e la spostiamo di lato. 

Ora possiamo tornare al corpo, a respirare nella pancia, a sentire le sensazioni, a rilassare i muscoli. 

Quello che vi chiedo di fare è di immaginarvi in uno spazio aperto. Può essere una piazza, un prato, un bosco. Ci siete solo voi, è uno spazio che conoscete, e avete in mano una chiave. Potete immaginare di guardarla questa chiave… com’è fatta, di che colore è, è grande, piccola, c’è un portachiavi attaccato? Sembra una chiave nuova o una chiave molto antica? Prendetevi il tempo per osservarla. Potete passare una mano su questa chiave, sentire se è ruvida, liscia, fredda o calda. È una chiave importante che avete solo voi. 

Lentamente iniziate a muovervi in questo spazio. Potete guardarvi intorno, potete sentire come state, se è buio, se è giorno. Vi state dirigendo lungo un sentiero, è un sentiero che forse avete già fatto o forse è la prima volta che fate e vi porta a una parete fatta di mattoni e ricoperta di edera. Non c’è nient’altro in questa parete, ma guardando bene riuscite a vedere che dietro qualche ramo di edera c’è una porta e una serratura che sembra proprio quella giusta per la vostra chiave. Provate la chiave, osservate com’è questa porta, com’è la serratura, come gira la chiave nella serratura… e poi apritela. 

Oltrepassando la porta, vi trovate in uno spazio che non avete forse mai visto prima o che forse vi ricorda qualcosa: una sorta di giardino, protetto e recintato con una porta solamente e una sola chiave che avete voi. Non c’è nessun altro in questo giardino se non animali o vegetazione. Muovetevi ed esplorate questo spazio, uno spazio solo vostro, uno spazio protetto. Osservate se ci sono piante, arbusti, se ci sono suoni di animali o se vedete qualche animale. E’ un giardino curato o è un giardino che sembra immobile e inesplorato da tanto tempo? Provate a muovervi e a osservare. Forse ci sono delle zone più curate e altre meno, forse notate delle erbacce che stanno in qualche modo avanzando o soffocando altra parte di vegetazione. Provate a sentire com’è per voi stare in questo giardino. Provate a vedere se lo conoscete o se non l’avete mai visto, se ci sono delle parti che magari avete conosciuto e altre che scoprite in questo momento. Forse c’è qualcosa che vorreste fare in questo giardino o forse c’è la sensazione di volerlo lasciare, uscire da quel giardino e chiudere la porta. 

Com’è stare in questo spazio protetto e solo vostro?

Improvvisamente, vi accorgete che ci sono alcune tenere piantine che stavano spuntando ma sono quasi soffocate da alcune erbacce, da alcuni ciuffi di erba secca attorno a loro.

Con un pezzetto di legno appuntito, vi abbassate per creare spazio a queste piantine tenere che stanno cercando di crescere e di farsi grandi. Iniziate a scavare, a togliere queste erbacce, a fare spazio a queste piccole piantine tenere. Vi chiedo di portare attenzione a com’è per voi compiere queste azioni e osservare le piccole piantine che ora hanno più spazio, una terra ordinata e pulita accanto e che finalmente possono respirare. 

Potete osservare le piantine e poi tornare al giardino nell’insieme. Ora non c’è tempo di occuparsi di tutte le erbacce o di eventuali altri lavori da fare nel giardino. Adesso possiamo stare, osservare, e sapere che abbiamo quella chiave per entrare, che è solo nostra e nessun altro potrà venire a prendersi cura del giardino. 

Prendiamoci ancora qualche istante per sentire nel cuore come stiamo in questo luogo, com’è per noi. Possiamo anche rivolgere dei pensieri al giardino, se abbiamo voglia di dire qualcosa a quel luogo possiamo dirlo nella nostra mente. Possiamo dire quello che ci sentiamo in base all’esperienza che abbiamo avuto. Qualcuno magari dirà E’ da tanto che non entro qui, è tutto immobile. Qualcun altro dirà Non mi aspettavo di trovare così tanti fiori, così tanta vita. Qualcun altro dirà Io non so cosa farci qui, non vedo questo giardino, non sento nulla. Va tutto bene. Non c’è nulla che dobbiamo fare o niente che dobbiamo essere, dobbiamo solo aprirci all’esperienza di quello che c’è, di quello che emerge. 

Lentamente torniamo a portare l’attenzione al respiro nel nostro corpo. Inspiriamo gonfiando la pancia ed espiriamo sgonfiando la pancia. Osserviamo, come se fosse la scena di un film davanti a noi, la nostra sagoma che esce da quel giardino, chiude la porta, rimette la chiave in tasca e si incammina lungo il sentiero.

Quando la scena si è conclusa, torno a me, al mio respiro, alla pancia, al cuore, alla gola.
Cosa c’è nel corpo ora?

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