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Sono felice perché provo gratitudine

Sono felice perché provo gratitudine

Meditazione guidata n°41

La gratitudine è vista come la disponibilità a stare con quello che c’è. La gratitudine è una risorsa, è una prospettiva, è una scelta tra le tante che abbiamo: possiamo scegliere di essere grati anche e soprattutto nei momenti meno facili. Abbiamo invece questa idea che la gratitudine si possa praticare solo quando si sta bene, solo quando tutto va bene, solo quando siamo felici, o che la gratitudine sia solo all’interno di momenti belli, dove comunque belli e brutti sono dei giudizi, delle etichette che diamo noi.

Abbiamo questa idea che per essere grati bisogna essere felici.

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Iniziamo a prendere confidenza con la posizione del corpo in cui ci troviamo. Possiamo aggiustare la schiena, le braccia. Possiamo respirare, respirare profondamente, molto spesso durante le giornate sentiamo di non avere il tempo di respirare. Quante volte capita anche di dirlo… Non ho neanche il tempo per respirare. Prendiamoci, con tutte e due le mani, questo tempo. Adesso è quel tempo e quello spazio per noi, per l’ascolto. 

Sento tutti questi respiri che magari non ho preso durante la giornata. Inspiro gonfiando la pancia ed espiro sgonfiando la pancia. Se sento che devo prendere un respiro più profondo, alzare il petto o le spalle, assecondo le necessità del mio corpo. Provo a rilassarmi, esattamente così come sono, con i pensieri che ho, con l’energia che ho, con l’umore che ho. Lo dico, me lo dico: Vado bene così, va bene quello che provo in questo momento. Potrebbe sorgere qualche pensiero, qualche giudice o osservatore esterno, qualche zia che dice In realtà non vai bene così. Per ora, per questo istante, per questo momento presente, chiediamo alla zia, al giudice, all’osservatore esterno di fare un giro, tanto ritornerà, ma adesso sto con me così come sono senza chiedermi di essere qualcos’altro, di provare qualcos’altro. 

Provo a sentire se riesco a calarmi in questo spazio, uno spazio sgombro dove ci sono solo io, io così come sono, io che non devo fare qualcosa, non devo rispondere a delle aspettative, non devo dimostrare, non devo cambiare. Com’è darsi la possibilità, per questi minuti (non vi chiedo di rimanere in questo spazio per tutta la vita), adesso, com’è darsi la possibilità di essere così? Di provare quello che proviamo? Se il corpo chiede di respirare più profondamente assecondiamolo. 

Ora quello che vi chiedo di contattare è la gratitudine, la gratitudine per esserci dat* la possibilità di ascoltarci, di respirare, di stare con noi stess*. Magari non sentiamo solo gratitudine, potrebbero esserci altre sensazioni, pensieri o emozioni, ma vi chiedo di provare a vedere se in questo spazio c’è anche gratitudine. Si può essere tristi, confus*, preoccupat* ma anche grat* dell’opportunità, dello spazio, del percorso e della scelta coraggiosa di stare con noi. 

Stavo ascoltando un discorso sulla gratitudine e ho appuntato un paio di pensieri. La gratitudine è vista come questa disponibilità a stare con quello che c’è. La gratitudine è una risorsa, è una prospettiva, è una scelta tra le tante che abbiamo: possiamo scegliere di essere grati anche e soprattutto nei momenti meno facili. Abbiamo invece questa idea che la gratitudine si possa praticare solo quando si sta bene, solo quando tutto va bene, solo quando siamo felici, o che la gratitudine sia solo all’interno di momenti belli, dove comunque belli e brutti sono dei giudizi, delle etichette che diamo noi. Abbiamo questa idea che per essere grati bisogna essere felici. 

C’è questa citazione, che sicuramente finirà su un mio bigliettino di David Steindl Rast:
“Non provo gratitudine perché sono felice, sono felice perché provo gratitudine”

È una frase che fa riflettere. Molto probabilmente perché la nostra tendenza, soprattutto per chi non pratica, è fare scarsa attenzione alla gratitudine nei momenti di difficoltà, forse anche nei momenti di felicità o di semplicità. Praticare gratitudine, coltivare la gratitudine, quindi coltivare questa qualità innata, una qualità del cuore che tutti abbiamo indistintamente, è una scelta: posso perdermi nel rimpianto, nella tristezza o nella malinconia di qualcosa che non c’è o non posso fare oppure scegliere di essere grat* perché ho potuto fare quella cosa o vivere quell’esperienza. 

“Non provo gratitudine perché sono felice, sono felice perché provo gratitudine”

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