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Una montagna di cose da fare

Una montagna di cose da fare

Meditazione guidata n°44

Forse arriviamo a questo momento di meditazione dopo giornate dense di impegni, in cui la nostra mente è stata attiva, partecipe e concentrata. Gli impegni possono essere fisici, reali (appuntamenti di lavoro, scadenze, commissioni, cose da fare; in altri casi possono essere meno tangibili ma occuparci energia, tempo, testa. Magari sono pensieri, sono domande a cui non sappiamo trovare risposta, sensazioni che non sappiamo decifrare, soluzioni che vorremmo avere, attese che non vorremmo avere. Probabilmente a ognuna di queste mie parole avete associato qualcosa tra le vostre incombenze giornaliere o lavorative, tra le commissioni di questi giorni, tra le domande, le attese o i pensieri ricorrenti. 

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Iniziamo raccogliendoci e ricordandoci come mai siamo qui tutti insieme. Inspiriamo gonfiando ed espiriamo lasciando andare le tensioni dal nostro corpo, iniziamo dal corpo. Immaginiamo che il respiro ci faccia scivolare verso il basso e ci faccia anche scivolare di dosso stanchezza, pensieri, tensioni. Possiamo soffermarci anche sulla parte del corpo che riconosciamo in questo momento essere più tesa. Per qualcuno potrebbe essere il collo, la zona delle spalle, per qualcun altro il viso, la fronte, gli occhi, le guance; oppure può dare fastidio la schiena, il bacino. Inspiriamo e lasciamo andare quella tensione. 

Forse arriviamo a questo momento di meditazione dopo giornate dense di impegni, in cui la nostra mente è stata attiva, partecipe e concentrata. Gli impegni possono essere fisici, reali (appuntamenti di lavoro, scadenze, commissioni, cose da fare; in altri casi possono essere meno tangibili ma occuparci energia, tempo, testa. Magari sono pensieri, sono domande a cui non sappiamo trovare risposta, sensazioni che non sappiamo decifrare, soluzioni che vorremmo avere, attese che non vorremmo avere. Probabilmente a ognuna di queste mie parole avete associato qualcosa tra le vostre incombenze giornaliere o lavorative, tra le commissioni di questi giorni, tra le domande, le attese o i pensieri ricorrenti. 

Ora vi chiedo di immaginare davanti a voi tutte queste cose come se fossero una montagna o più montagne. Prendetele, spostatele fisicamente fuori da voi e guardate che forma hanno, che montagna è: alta, bassa, piccola, grande, stabile, instabile. Di che cosa è fatta questa montagna? Cosa sono queste cose da fare, queste commissioni, queste incombenze, queste domande aperte, queste attese? …Le risposte che non ci sono, le parole che non si trovano, i pensieri che si affollano su un determinato argomento. Prendete tutto e costruite davanti a voi la vostra personale montagna. Metteteci tutto quello che vi viene in mente e che vi occupa la mente. Magari sono persone, situazioni, luoghi, oggetti, emozioni. Componete questa montagna e poi man mano osservatela. Potete immaginarci anche di girarci attorno, di vedere se si muove, se è stabile, instabile. Se vi viene in mente qualcosa da aggiungere, aggiungete. Prendetevi il tempo e la distanza per osservare quante cose ci sono, che spazio occupano, sono sopra, sotto, visibili, nascoste. Qual è la prima che avete riconosciuto e quella che stavate per dimenticare ma poi avete ricordato che c’è, che occupa tempo, energia e risorse nella vostra mente e nella vostra vita. 

Andate all’esplorazione di questa montagna e quando vi sentite pront*, aprite gli occhi e iniziate a rappresentarla su un foglio di carta. Potete usare gli strumenti che vi sono più congeniali: un colore, più colori, un materiale, più materiali. Lasciate che il disegno emerga, così come è emersa la montagna. Cambiatelo, correggetelo, sistematelo nel fluire. Se qualcosa nel foglio prende forme o colori che non vi aspettavate, non fermatevi, lasciate che emerga così com’è, anche se magari nella testa era qualcosa di diverso. Apritevi alla possibilità che possa trasformarvi e trasformarsi attraverso il colore. 

Date spazio al disegno. Quando vi sembra di aver disegnato tutto, rimanete a osservare quello che è emerso, come se fosse il vostro oggetto di meditazione. Potrebbe emergere qualche riflessione, la volontà di aggiungere qualche dettaglio, di modificarne altri: osservate questo, osservate il processo. Se non dovesse emergere nessun pensiero o nessuna riflessione, va benissimo così. Vi chiedo di rimanere in contatto con il disegno. Lasciatevi stupire, stupire dai colori, stupire dal tratto, dalle forme, da osservazioni che non avevate mai preso in considerazione. Osservate se arrivano pensieri, se arrivano giudizi su di voi, sul disegno, su quella montagna. 

Prendetevi il tempo di osservare pezzi della vostra vita, di vedere in che modo si riconnettono l’uno all’altro, che cosa c’è sotto a ogni tassello. Provate a chiedervi cosa vi spinge a tenere tutte quelle cose in quella montagna, quanto sono parte di voi ora che sono fuori nel disegno in quel mucchio o quanto non sono parte di voi. Potete dedicarvi a quella montagna anche immaginando il paesaggio attorno, il tempo atmosferico. 

Per finire, prendetevi il tempo di osservarla così com’è nella sua forma esterna, nelle parti che la compongono, nei colori, nelle sensazioni, nelle emozioni. Lasciatevi scoprire attraverso il disegno. Lasciatevi stupire dal disegno. Quanto riconoscete quella montagna? Quanto l’avete scelta? Quanto è lontana? Che emozioni emergono osservandola? C’è qualcosa che quella montagna che vorrebbe dire? O c’è una parte di quella montagna che vorrebbe parlarvi? Com’è la base della montagna: stabile, calda o fragile? 

Torno a chiudere gli occhi e torno a me e al mio corpo. La montagna rimane sul foglio con i suoi messaggi, con i suoi colori, con le sue forme e io torno a me, a sentire come sta il mio corpo ora. Mi chiedo come sta quella parte che era così in tensione all’inizio della meditazione. C’è ancora quella tensione, è cambiata? Forse ora sento qualche altra parte del corpo. C’è qualcos’altro che attira la mia curiosità. Portiamo l’attenzione a quella parte e se non sentiamo nessuna parte stiamo semplicemente con il respiro.

Possiamo rivolgere qualche parola a quella parte, quelle che sentiamo nel nostro cuore in questo momento:
Ti vedo
Ti sento
Mi prendo cura di te
Non ti lascerò sola/o
Sono qui
Ti vedo
Ti sento
Non voglio più scappare
Mi prendo cura di te
Non ti lascerò sola/o
Farò del mio meglio e lo farò con tutto l’amore che conosco
Ora ti saluto, grazie

Torniamo al respiro.
Inspiriamo gonfiando la pancia, espiriamo sgonfiando la pancia. 

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