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Dire sì alla vita

Dire sì alla vita

Approfondimento n°10

C’è una citazione di Salzberg che dice “Dire sì alla vita ci rende più vivi e più forti. Dire sì alla vita libera la nostra energia e ci rende in grado di essere presenti con qualsiasi cosa stia accadendo. Dire sì alla vita è la porta di accesso per avventure e nuove possibilità.”

Quando ho letto questa frase mi sono chiesta che cosa significasse dire “Sì” alla vita e “No” alla vita.

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C’è una citazione di Salzberg che dice “Dire sì alla vita ci rende più vivi e più forti. Dire sì alla vita libera la nostra energia e ci rende in grado di essere presenti con qualsiasi cosa stia accadendo. Dire sì alla vita è la porta di accesso per avventure e nuove possibilità.”

Quando ho letto questa frase mi sono chiesta che cosa significasse dire “Sì” alla vita e “No” alla vita. Quand’è che diciamo “No” alla vita. Ci sono dei momenti, sicuramente quello che stiamo vivendo è uno di quelli, in cui le difficoltà ci fanno dire “No”. Altre volte diciamo “No” in situazioni molto più banali e piccole: i rumori dei vicini di casa, l’ennesima cosa da fare a lavoro. In quei casi ci lamentiamo, ci arrabbiamo, sbuffiamo e fondamentalmente stiamo dicendo “No” alla vita. In quei momenti abbiamo una possibilità: quella di ricordarci queste parole di Salzberg e provare a dire “Sì”. Possiamo farlo sia in questi momenti piccoli, anzi è consigliabile iniziare da questi momenti piccoli, ma può diventare un “Sì” alla vita che abbraccia anche situazioni molto più complesse, come potrebbe essere quella che stiamo vivendo in questo momento. Praticare il dire “Sì” alla vita significa praticare l’accoglienza e l’accettazione delle cose che non possiamo cambiare, che non possiamo controllare, che non dipendono da noi. In realtà non abbiamo nessuna alternativa e qualsiasi problema, anche il più grande, prima di essere superato deve essere accettato, visto e accettato. Quindi nel momento in cui diciamo “Sì” non ci stiamo arrendendo, non siamo passivi/e, non siamo ferme, arrendevoli e in balia di quello che accade. Stiamo in realtà agendo in maniera consapevole e attiva ma di apertura e di ascolto. È lì che si possono trovare le avventure e le nuove possibilità di cui parla anche la Salzberg. Il punto non è dove siamo o cosa stiamo facendo, ma come ci approcciamo a quell’esperienza. Possiamo scoprire qualcosa di straordinario se riusciamo a dire “Sì” alla vita quando siamo svegliate per la terza volta dal vicino che fa casino mentre stiamo dormendo di notte. Se io dico “No”, mi chiudo, mi chiudo a qualsiasi possibilità, mi arrabbio, il risveglio, che già c’è e non posso fare niente per evitare, diventa peggiore perché ci aggiungo il mio malessere, ci aggiungo i pensieri contori; se sono a lavoro appesantisco quelle ore di lavoro. Quante volte magari facciamo un lavoro che non è il massimo, non è quello a cui pensavamo quando studiavamo… ma anche lì ho due possibilità: o dico “Sì” o dico “No” alla vita e a quello che sto vivendo. Io posso dire “No”. Ogni volta continuo a sbuffare, a lamentarmi, a elencare tutte le cose che non vanno, immaginare scenari catastrofici o a proiettare sul futuro qualcosa di ancora peggio, sto dicendo “No”. Quello esattamente a cosa mi serve o dove mi porta? Aumenta la mia frustrazione, aumenta il mio disagio. Quelle ore a lavoro già titubanti diventano un inferno. Se dico “Sì” cosa può succedere? Che dico “Sì” a quello che c’è in questo momento così com’è, dico “Sì” a qualcosa che non posso cambiare nell’immediato (il vicino mi ha svegliato e il lavoro in questo momento è quello che è) e da lì nascono avventure e soprattutto nuove possibilità, perché mi do la possibilità di scoprire cosa succede se io in quella situazione ci sto, dico “Sì”, la vivo pienamente e non rifuggo, mi fuggo, la scaccio e mi lamento. Il “No” è una reazione molto debole, ci toglie forza, ci toglie energia perché ci toglie dal momento presente e dalle possibilità che il momento presente ha, perché ogni esperienza ha la possibilità di insegnarci qualcosa, di mostrarci qualcosa di noi in maniera positiva e costruttiva se però ci disponiamo in maniera altrettanto costruttiva e positiva. Questo significa che dobbiamo dire un “Sì”, dobbiamo dire un “Sì” anche quando magari le cose non sono semplici, non sono facili, non sono belle. Dire “Sì” non significa “Yuppidù, va tutto bene, è tutto roseo, è tutto fantastico”, no. Significa semplicemente accettare quello che c’è, così com’è e starci. Se dico “No” mi incastro nel pensiero che quella cosa sì non va bene e che non potrebbe essere diversa da così. Paradossalmente mi fermo e mi fossilizzo su quella cosa, su quel lavoro molto di più dicendo “No” e lamentandomi che dicendo “Sì”, perché è più facile che con il sì io riesca poi a trovare delle chiavi di lettura, delle risorse, delle energie che poi alla lunga magari quel lavoro lì me lo fanno anche cambiare. È diverso invece se mi incastro nel “Non ce la posso fare” perché vado a minare la mia sicurezza, la mia stabilità, come se io potessi funzionare bene solo se va tutto bene altrimenti è un disastro. Non è così. È importantissimo ricordarci e prestare attenzione a come ci parliamo, alle definizioni che diamo di noi stessi, perché molto spesso andiamo a inscatolarci, a etichettarci e a bloccarci in qualcosa. Invece, anche solo cambiare molto di parlarci, dal “Io sono una persona permalosa” a “Finora sono sempre stata una persona che si arrabbiava facilmente” oppure “Ci sono delle situazioni in cui mi arrabbio facilmente”, è già un modo di ammorbidire. Se io dico “Non ce la posso fare” sto dicendo “No”. Darmi la possibilità di dire “Sì” è in realtà un atto di coraggio e di fiducia nei miei confronti, in cui prendo in mano la mia vita e dico “Ok, questo c’è, io dico sì, vediamo. Vediamo che possibilità, che scoperte, cosa si apre davanti ai miei occhi” e lo faccio con fiducia, con fiducia che ho la possibilità di vedere, di scoprire e non con la chiusura del “No”. Ci saranno sempre alti e bassi, momenti belli e momenti brutti. Va proprio coltivata questa fiducia e questa possibilità di rispondere, così come rispondiamo ai momenti più facili e belli, anche nei momenti più difficili e tristi. Più ci abituiamo e più ci diciamo anche nelle piccole cose “Ok, dico sì a questa cosa”, più riusciamo poi a far scattare lo stesso meccanismo e a ricordarci di questa risorsa anche nelle situazioni più difficili ed è lì che poi abbiamo le nostre avventure e le nuove possibilità, come dice Salzberg.

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