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Come addomesticare la mente

Come addomesticare la mente

Kids n°5

Oggi vediamo come possiamo addomesticare la nostra mente, prendere per mano quella scimmietta e convincerla a stare seduta insieme a noi…

La sezione Kids nasce per raccogliere brevi racconti ed esercizi di mindfulness adatti ai più piccoli. E’ difficile indicare un’età minima o massima per ascoltare questi audio, io vi consiglio di testarli assieme ai più piccoli e poi di commentarli, riascoltarli, ripeterli con altre parole: insomma farli vostri!

Leggi la trascrizione della puntata

Cos’altro aveva scoperto il Buddha per essere più felici? Aveva scoperto che era importante allenare la mente, quindi insegnare alla mente a calmarsi, a non farsi travolgere da mille pensieri e, soprattutto quando questi pensieri diventavano troppi o troppo affollati o fastidiosi, a lasciarli andare e tornare a una mente calma e a un unico pensiero. In pratica, il Buddha aveva scoperto e poi insegnato quanto è importante imparare a meditare. Meditare non ha niente a che fare con la preghiera, non è legato ad alcuna religione: è una risorsa che abbiamo per stare meglio, conoscere la nostra mente e soprattutto per prenderci cura di come stiamo, di come sta il nostro cuore, la nostra testa, di come stanno le nostre emozioni in generale. Si fa sempre un esempio per cercare di capire che cosa significa meditare. Meditare non significa smettere di pensare, perché la nostra mente è stata progettata per farlo: siamo abituati a pensare continuamente a mille cose e sarebbe impossibile pensare di staccare la spina, ma possiamo insegnare alla mente a calmare il flusso di questi pensieri e a pensare a una sola cosa invece che a centomila. Come si fa? Cercando di convincere la mente con gentilezza a stare su un’unica cosa e la più usata è il respiro. L’esempio che viene fatto è quella di una mente fatta come una scimmia impazzita che scappa e salta sui rami di tutti gli alberi, su alcuni si trova particolarmente bene e quindi continua a scappare su quelli, altre volte cade dall’albero e poi ci risale e ci riprova. Provate a immaginare questa scimmia che corre dappertutto e anche solo a immaginarla a me viene un po’ di ansia, un po’ di agitazione. Che cosa fa la meditazione? È come se prendesse per mano questa scimmietta e dicesse “Vieni qui a sederti, stiamo qui un po’ vicine, calme”. Magari la scimmia viene, si siede davanti a voi e poi, appena le mollate la mano scappa di nuovo in giro. Va bene. Noi di nuovo la prendiamo per mano e le chiediamo gentilmente di sedersi. Ecco, la meditazione è questo esercizio. È come gli esercizi che si fanno in palestra per avere più muscoli: bisogna fare tante volte tante ripetizioni; per avere i bicipiti muscolosi devo alzare tante volte i pesi. Per avere la mente calma devo accompagnare tante volte questa scimmietta impazzita a sedersi. Ci vuole tempo e ci vuole allenamento, esattamente come per i muscoli in palestra: se una volta arrivo a fare il muscolo, poi non posso dimenticarmi di fare allenamento o esercizi; non posso andare in palestra una volta al mese, perché non avrò grandi risultati. Serve un po’ di costanza, un po’ di pazienza e un po’ di voglia di diventare amici di questa scimmietta, perché in fondo questa scimmietta fa parte di noi e anche se scappa in giro e va dappertutto possiamo imparare a volerle bene e a consigliarle un modo per stare un po’ meglio, perché quando scappa in giro e corre su tutti i rami probabilmente non sta così bene: è un po’ in ansia, un po’ preoccupata, ha un po’ di paura, non sa bene cosa fare, quindi cerca in giro dappertutto. Che fatica! Allora noi, in modo gentile, con la manina, la prendiamo e proviamo a dirle di sedersi accanto a noi. Possiamo proprio immaginare questa scimmietta, di tenerla in braccio, stringerla e dirle “Fidati per un istante, stiamo solo a respirare”. Quando scapperà di nuovo, perché succederà, e le arriverà qualche altra idea, qualche altro pensiero e un po’ di fastidio e non vorrà stare ferma, possiamo sorridere e dire “E’ una scimmia, è nata così, è nata piena di attività e voglia di fare, nessuno le ha mai insegnato a stare ferma e ascoltare il suo respiro, ci sono io per lei che lo faccio, ma lo devo fare con delicatezza e secondo i suoi tempi”. Come si inizia? Ci si siede in una posizione comoda, le gambe possono essere incrociate (come vi sentite meglio), le mani possono essere appoggiate sulle ginocchia oppure sulla pancia, la schiena diritta ma rilassata, le spalle un po’ indietro quindi non facciamo la gobba, il mento leggermente verso il basso, gli occhi possono essere o semi-aperti e fissare un unico punto verso il basso oppure chiusi e poi ci si allena a respirare. Significa che si sente la pancia che si muove a ogni respiro. Quando inspiro gonfio la pancia che diventa un pallone e quando espiro sgonfio la pancia. Sento, se ho le mani sulla pancia, proprio le mani che si spostano.

Iniziamo a respirare ascoltando solo questo movimento. Inspiro e gonfio la pancia, espiro e sgonfio la pancia. Inspiro e gonfio la pancia, espiro e sgonfio la pancia. Inspiro e gonfio la pancia, espiro e sgonfio la pancia.

Questo è per iniziare e vale per tutte le meditazioni che ci saranno e che potremo fare insieme se vorrai. Questa è proprio la base. Ogni volta che poi la tua mente vaga e ti viene in mente qualcos’altro, semplicemente ritorni al respiro della pancia, come accompagnare la scimmietta con la mano, e ricominci senza agitarti, senza colpevolizzarti, semplicemente ascoltando il respiro.

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