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Su una nuvola

Su una nuvola

Meditazione Guidata n°16

Per questa meditazione vi consiglio di sdraiarvi a terra o sul letto, comunque in una posizione comoda.

Tenete le gambe distese, le punte che cadono dolcemente verso l’esterno e le braccia lungo il corpo con i palmi rilassati verso l’alto. Iniziate a prendere confidenza con la vostra posizione, con i punti di contatto del corpo sul pavimento o sul materasso. Iniziate a respirare, lasciando andare ogni tensione. Quindi, ad ogni inspirazione immagino di portare dentro di me calma e a ogni espirazione immagino di rilasciare ogni tensione.

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Per questa meditazione vi consiglio di sdraiarvi a terra o sul letto, comunque in una posizione comoda.

Tenete le gambe distese, le punte che cadono dolcemente verso l’esterno e le braccia lungo il corpo con i palmi rilassati verso l’alto. Iniziate a prendere confidenza con la vostra posizione, con i punti di contatto del corpo sul pavimento o sul materasso. Iniziate a respirare, lasciando andare ogni tensione. Quindi, ad ogni inspirazione immagino di portare dentro di me calma e a ogni espirazione immagino di rilasciare ogni tensione.

Parto dalla testa: inspiro e nell’espirazione rilascio le tensioni dalla fronte, dagli occhi, dal naso, dalla bocca. Faccio in modo che queste parti del corpo si rilassino, che i muscoli si distendano. Inspiro e lascio andare la tensione di tempie, mascelle, lingua, cuoio capelluto. Lascio che tutta la testa si rilassi e vada, aiutata dalla forza di gravità, sul pavimento. Poi continuo a respirare e mi sposto verso il basso, rilascio la tensione del collo, delle spalle, della schiena. Inspiro calma ed espiro tensione. Proseguo sempre nella parte centrale del corpo, lascio andare le tensioni dal petto, dall’addome, sento che anche le spalle premono più verso il basso, che le braccia si rilassano, che le mani si distendono. Ad ogni respiro, sprofondo sempre un po’ di più, mi lascio andare. Inspiro e nell’espirazione rilascio le tensioni del bacino, delle gambe, delle ginocchia, delle caviglie, dei piedi. Inspiro e rilasso tutte le gambe. Poi porto la consapevolezza a tutto il corpo: sento com’è diversa da prima la mia posizione. Porto l’attenzione a tutti i punti di contatto. Sento dove c’è un senso di rilassamento, dove invece magari il corpo non tocca terra e sto per qualche istante con questa sensazione di essere sorretto.

Lentamente immagino che questo pavimento, o questo materasso, diventi via via più soffice, che mi avvolga come se io riuscissi a sprofondare su qualcosa di molto morbido, avvolgente, comodo, come se fossi su una nuvola. Mi sento su una nuvola, sorretto da questa nuvola spessa, molto sicura, avvolgente. È una nuvola che mi permette di stare, di essere sostenuta/o. Io comincio a prendere confidenza con le sensazioni di questa nuvola. Magari la sento sotto le mani, sotto i piedi, sotto il collo e la nuca. Lentamente questa nuvola si muove, mi alza dal pavimento e io vedo le pareti che scorrono attorno a me, il soffitto che si avvicina, ma mi sento protetta/o da questa nuvola, da questo abbraccio, e lascio che mi porti. Mi lascio andare, mi rilasso e sento che questa nuvola continua a muoversi, mi spinge verso l’alto, oltre il soffitto, oltre il tetto. Sopra me si apre il cielo e mi sento sicura/o, avvolto dalla nuvola e osservo sopra di me com’è il cielo: se è giorno, se è notte, se c’è il sole, se ci sono altre nuvole oppure se ci sono le stelle ed è buio. Lascio che emerga l’immagine del cielo, non lo scelgo, non lo penso, lascio che arrivi da sé e va bene qualsiasi cosa arrivi. Questa nuvola continua a muoversi, mi sta facendo viaggiare, in alto, in basso, a destra, a sinistra, sta scegliendo lei il percorso, ma io sono sulla nuvola e lo posso osservare. Posso guardare che cosa c’è attorno. Dove mi sta portando? Magari ci sono dei momenti in cui si avvicina a terra o mi fa vedere dall’alto dall’alto una regione, una nazione… o invece mi avvicina a una casa che conosco, ad un posto che ho già visto. Lascio che sia la nuvola a scegliere il tragitto per me e io osservo che cosa si delinea attorno, guardo con curiosità a quello che c’è da questa posizione privilegiata. Posso vedere a trecentosessanta gradi e magari ci sono delle emozioni, delle sensazioni e lascio che ci siano, senza paura perché sono avvolta/o dalla nuvola e sorretta/o. Ogni tanto spazio con lo sguardo, cerco qualche altro dettaglio. La nuvola sta andando dove voglio io oppure no? Mi sta portando e basta? Io vorrei fare un altro tragitto? Lascio che sia, provo ad arrendermi solo in questo momento, solo per questa meditazione, a quello che c’è senza che io debba fare nulla. Il mio viaggio prosegue. Magari vedo altri posti, riconosco qualcos’altro. Potrebbe esserci anche qualche altra nuvola che si avvicina, che riesco a toccare. Sento magari il vento, il sole, qualche goccia di pioggia. Mi lascio cullare su questa nuvola, sento questo ondeggiare. Mi lascio trasportare e vedo com’è per me non avere il controllo della nuvola ma lasciare che sia la nuvola a spostarmi e io ad affidarmi con fiducia alla nuvola.

Pian piano, con una folata di vento, mi ritrovo sopra al tetto da cui questo viaggio è partito e la nuvola lentamente sprofonda sotto il tetto, sotto il soffitto, di nuovo nella stanza iniziale. Scivola lungo le pareti e si adagia sullo stesso pavimento, sullo stesso materasso di prima. Io, respirando, torno nella mia stanza, nella mia posizione, a sentire di nuovo i punti di contatto del mio corpo con questa nuvola che è meno densa, meno compatta, mi sta facendo sentire di nuovo un po’ di pavimento. Io inizio a muovere lentamente le mani, i piedi e a riprendere contatto con questo pavimento e con le sue sensazioni. Ritorno a me e poggio le mani sulla pancia, portando l’attenzione al respiro e tornando pian piano nella mia stanza, da dove tutto è iniziato.

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