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Un ricordo piacevole

Un ricordo piacevole

Meditazione guidata n°34

Quando si è in un processo di crescita, guarigione, ascolto si fanno spesso i conti con il passato, con le cose che sono successe in famiglia da bambini e molto spesso la maggior parte di noi non ha avuto un’infanzia o una giovinezza semplice.

È sicuramente un processo importante, molto prezioso.

Per questa meditazione vi chiedo di lasciar emergere un ricordo della vostra giovinezza estremamente bello e piacevole. Non serve che sia qualcosa di super speciale e particolarmente significativo.

Lasciate emergere il ricordo, provate a ricostruire i dettagli, che possono essere pochi o molti, di quel momento. 

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Come sempre iniziamo cercando di riconnetterci con noi. 

Iniziamo a portare l’attenzione al nostro corpo e alla posizione che abbiamo. Se siamo seduti cerchiamo di mantenere la schiena eretta e distaccata dallo schienale della schiena. È importante che la schiena sia vigile, quindi non dev’essere rigida ma nemmeno troppo rilassata, perché il rischio è di assecondare un torpore piuttosto che iperattività, quindi una giusta via di mezzo. Portiamo attenzione alle spalle, al viso, lasciamo andare i muscoli degli occhi, delle guance, della bocca. Se necessario faccio qualche respiro più profondo e a ogni espirazione sento di atterrare sempre un po’ di più in questo momento. Lascio andare preoccupazioni, pensieri, cose da fare. Questo è lo spazio in cui non devo fare nulla, essere nessuno, rispondere a esigenze, necessità, problemi. Rimane tutto fuori. Adesso ci sono io, così come sono. 

Lascio che il movimento ritmico del mio respiro mi culli. Sento quest’onda che cresce nella pancia durante l’inspirazione e poi si espande durante l’espirazione. Percepisco questo movimento proprio come una coccola, un mio modo di cullarmi. Mi lascio andare a questo gesto del cullare recuperando quella parte bambina che si rilassava o che si sarebbe rilassata in un abbraccio, in un gesto di cura e di coccola come quello di cullare. Provo a notare com’è per me lasciarmi andare a quest’idea, a questa possibilità di lasciarmi cullare dal mio respiro in uno spazio in cui posso riposare. 

Posso notare qualche pensiero, qualche sensazione, qualche emozione: va tutto bene. Immaginiamoci di lasciarle andare. Loro passano, ci dicono qualcosa, ci stimolano e noi le vediamo passare davanti e torniamo a noi, al nostro movimento di cura e di coccola. 

Questa sera vi vorrei chiedere di recuperare un ricordo bello della vostra infanzia.
Quando si è in un processo di crescita, guarigione, ascolto si fanno spesso i conti con il passato, con le cose che sono successe in famiglia da bambini e molto spesso la maggior parte di noi non ha avuto un’infanzia o una giovinezza semplice. È sicuramente un processo importante, molto prezioso.
Questa sera vi chiedo di lasciar emergere un ricordo della vostra giovinezza estremamente bello e piacevole. Non serve che sia qualcosa di super speciale e particolarmente significativo. Lasciate emergere il ricordo, provate a ricostruire i dettagli, che possono essere pochi o molti, di quel momento. 

Molto spesso, quando richiamiamo ricordi, la memoria gioca comunque dei tranelli e in qualche modo riformuliamo quello che è stato in base al nostro modo di vedere e al nostro modo di ricordare. Anche il ricordo il sé non è mai oggettivo, ci mettiamo sempre del nostro. Quando recuperiamo un ricordo, quando lo elaboriamo o quando ci stiamo, lo alimentiamo e rinforziamo in qualche modo. È normale dedicare molto tempo ai ricordi che sono un po’ più spiacevoli o faticosi. 

Stasera proviamo a lasciarci andare a qualche altro tipo di ricordo senza per questo negare che ce ne siano stati altri di altro tipo. Potrebbero esserci più ricordi o uno in particolare. Quello che vi chiedo di osservare è come risponde ora il vostro corpo a questo ricordo che avete portato alla mente. Potrebbe non essere semplice passare dall’elaborazione del ricordo, che è di testa, alla parte fisica, ma provate a fare questo passaggio, a rivivere quello che emerge e a sentirlo nel corpo com’è vissuto ora: le emozioni che c’erano e le emozioni che ci sono. 

Osservatevi bambini/e e sentite com’è per voi ora.
Assaporate quel ricordo, quei momenti e sentitelo ora nel corpo. 

Poi vi chiedo, in questi ultimi momenti, di dire grazie a tutte le persone che fanno parte di quel ricordo indipendentemente dal fatto che ci siano altri ricordi o altre situazioni irrisolte.
Grazie per avermi fatto vivere quel momento che ora posso ricordare.

Sentiamo com’è per noi dire grazie e dedicare gratitudine.
Grazie per avermi fatto vivere questo ricordo, grazie per le emozioni e le sensazioni che ho vissuto allora e che vivo adesso ripensandoci.

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